Fra le modalità con cui è possibile scegliere di investire in oro finanziario, ci sono anche i certificati aurei. Fino agli anni '30, i certificati aurei venivano emessi normalmente dalle banche e davano pieno diritto, a tutti coloro che li possedevano, di recarsi presso gli sportelli per prelevare la quantità di oro fisico corrispondente al valore impresso sul certificato. Questa tipologia di certificato è diventato ad oggi un vero e proprio pezzo da collezione irrilevante ai fini dell'investimento in oro.
I certificati aurei moderni sono emessi da alcune banche con sede in Svizzera, in Germania ed in altri paesi esteri e consistono in un documento cartaceo nel quale viene attestata la proprietà virtuale di una determinata quantità di oro. L'oro fisico non viene dunque acquistato in prima persona dall'investitore, che si limita invece ad ottenere un certificato di proprietà su una parte dei lingotti custoditi nei caveau degli istituti finanziari.
Scegliere i certificati aurei invece dell'oro fisico ha chiaramente alcuni vantaggi, ma presenta anche indubbi svantaggi. Tra i vantaggi principali vi è senza dubbio la comodità di acquistare oro finanziario piuttosto che oro fisico. Quest'ultimo, infatti, necessita di procedure complesse per la conservazione in un luogo sicuro e genera ovviamente delle spese per l'acquisto di una cassaforte o il noleggio di una cassetta di sicurezza, oltre a quelle eventualmente previste da un'assicurazione contro il furto casalingo. Un altro vantaggio importante è la facilità con cui il certificato aureo può essere rivenduto. Con una semplice comunicazione telefonica o telematica alla banca che ha emesso il certificato, si può infatti vendere la propria quota d'oro finanziario, ottenendo in cambio il valore monetario dell'oro posseduto, rivalutato in base alla quotazione attuale del metallo.
Gli svantaggi legati ai certificati aurei sono invece quelli che tradizionalmente vengono abbinati a tutte le tipologie di oro finanziario. In primo luogo va considerato il rischio di fallimento dell'istituto finanziario che ha emesso il certificato. Molti contratti non prevedono alcuna garanzia per il cliente in tal senso, esponendolo, nella malaugurata ipotesi di un default della banca, alla perdita di tutti i propri soldi. Questa eventualità non si verifica, ad esempio, nei conti in oro, che vengono garantiti dal Fondo Monetario Internazionale al pari delle altre tipologie di conti correnti. La quasi totalità dei certificati aurei, inoltre, non permette ai sottoscrittori di ottenere il corrispondente fisico dell'oro virtualmente acquistato, spesso perché in realtà l'oro che la banca dichiara di detenere non è effettivamente in suo possesso. Questa situazione può far comprendere come, in caso di forte rialzo delle quotazioni dell'oro e conseguente scelta di entrare in possesso di oro fisico da parte di chi detiene un certificato aureo, l'istituto finanziario si troverebbe in gravissime difficoltà, poiché dovrebbe cercare di acquistare quanto richiesto dai clienti a prezzi molto più alti di quelli pagati al momento della sottoscrizione del certificato. Lo scenario appare critico anche nel caso in cui la banca debba pagare, in un brevissimo lasso di tempo, ingentissime quantità di denaro a investitori che scelgono di incassare i loro certificati dopo un notevole apprezzamento delle quotazioni dell'oro.
I certificati aurei, dall'analisi appena effettuata, appaiono quindi come una soluzione attuabile specialmente da coloro che non hanno intenzione di detenere oro per un lunghissimo periodo e che quindi, rivendendo all'istituto finanziario il certificato dopo poco tempo, si mettono quasi totalmente al riparo dai rischi di insolvenza e bancarotta.